Clinical Exercise Physiology

 

La Fisiologia Clinica dell’Esercizio Fisico è un settore delle Scienze Motorie che tratta la relazione tra Esercizio Fisico e le Patologie Croniche. In particolare si concentra sui meccanismi e gli adattamenti con i quali l’esercizio influenza l’andamento della malattia, la sua prevenzione, la valutazione e il controllo di queste patologie.

Gli effetti positivi dell’attività motoria su soggetti con malattie conclamate è nota da oltre 40 anni ormai, ma nell’ultimi 15 anni gli sforzi della ricerca in questa direzione si sono intensificati notevolmente. Numerose associazioni mondiali, come l’American Heart Association (AHA), American Accademy of Orthopedic Surgenons, American Cacer Society, Multiple Sclerosis Society, Arthritis Fundation, American College of Cardiology (ACC), American Diabetes Association (ADA), American College of Sport Medicine (ACSM) continuano a sottolineare i numerosi vantaggi a favore dell’esercizio fisico programmato.

E’ noto che l’esercizio riduce la disabilità e migliora le condizioni di numerose malattie come la sclerosi multipla, malattie polmonari ostruttive, cardiopatie, malattie metaboliche e molte altre. Per questo motivo gli sforzi della sanità mondiale sono indirizzati verso un inserimento delle attività motorie controllate nei programmi riabilitativi e di recupero funzionale. Oggi, più che mai, la fisiologia dell’esercizio clinico è impegnata per migliorare gli stili di vita e abbassare il rischio di malattie attraverso la ricerca continua di proposte di esercizio fisico regolare.

La tendenza nel prossimo futuro è di incrementare gli sforzi per affrontare i numerosi problemi che affliggono le comunità occidentali, come obesità, malattie cardiocircolatorie, diabete, cancro. L’emergenza della sedentarietà e l’importanza dell’esercizio fisico ha lasciato spazio a numerose iniziative pubbliche e private anche al di fuori di ambienti ospedalieri. Il nostro Ministero della Salute, nel suo ultimo Piano d’Indirizzo per la Riabilitazione (2011), ha espresso chiaramente la necessità di sviluppare collaborazioni trasversali sul territorio nazionale, per garantire una continuità delle cure e dell’assistenza in strutture extra-ospedaliere. Tutto in una visione di completa sussidiarietà orizzontale, attraverso un percorso assistenziale integrato in grado di supportare il paziente anche dopo la sua dimissione.

 

 

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