AFA-EFA: le origini

L’adattamento dell’Attività Motoria e Sportiva per le persone "disabili" nacque negli anni ‘40, nell’ambito della riabilitazione. L’iniziatore fu Ludwig Guttman (1899 – 1980), neurochirurgo, direttore del National Spinal Injures Centre dell’ospedale Stoke Mandeville, vicino a Londra, il quale, operando con soldati reduci della seconda guerra mondiale, invalidi più o meno gravi, si rese conto dell’importanza della pratica motoria e sportiva per la loro riabilitazione. Guttmann ebbe il grande merito di comprendere il vantaggio della collaborazione attiva del paziente nella riabilitazione, soprattutto per la prevenzione e la terapia delle “affezioni satellite” che affliggono il mieloleso, quali la depressione, le patologie urinarie, le piaghe da decubito, ecc. Grazie allo sport-terapia i pazienti di Gutmann rinforzarono non solo la muscolatura delle braccia e delle spalle, raggiungendo risultati di molto superiori a quelli della chinesiterapia, ma ritrovarono anche la voglia di vivere e la volontà di essere attivi.

 

Nel 1973 in Quebec viene coniato il temine APA che corrisponde alle iniziali di “Adapted Physical Activity” in inglese e di “Activité Physique Adaptée” in francese: in tutto il mondo è ormai di uso comune utilizzare il termine APA per identificare l'Attività Fisica e Sportiva Adattata.

 

Successivamente nel 1984 il Consiglio d’Europa  istituì un apposito gruppo di studio che stilò la Carta Europea dello sport per tutti, in cui si sottolineò il valore sociale dell’accessibilità alla pratica sportiva da parte dei disabili; in essa si affermò, infatti, che: “l’accessibilità nella pratica sportiva da parte di utenti (pubblico e atleti) portatori di handicap diviene sempre più condizione indispensabile per fare dello sport un servizio ed un fenomeno rispondente alle attese della società”.

 

A Berlino nel 1986 fu data la prima vera definizione di APA, Adapted Physical Activity  : ogni movimento, attività fisica o sport che può essere praticato da individui limitati nelle loro capacità da deficit fisici, psicologici, mentali o da alterazioni di alcuni grandi funzioni.

Alla base di tale pratica vi era l’idea che ciò che può essere fatto deve corrispondere alle reali capacità del soggetto, e che si debba partire da lui e dalle potenzialità residue del disabile.

 

Attualmente il concetto di APA, supportato dalle tante evidenze scientifiche sull'utlizzo dell' Esercizio Fisico Adattato (EFA),  si è ulteriormente ampliato, considerando tutti gli adattamenti utilizzati sia per la popolazione dei "disabili" sia per tutte le categorie di soggetti con malattie croniche e legate all'invecchiamento: Obesità, Diabete, Sindrome Metabolica, Malattie Cardiovascolari e Respiratorie, Osteoporosi, Artorsi, Artititi, esiti di Ictus, Parkinson (stage 1-3 H&y), Sclerosi Multipla, Cancro  fino a comprendere soggetti che si trovano in situazione di disagio e di esclusione sociale, quali detenuti, malati di Aids, ecc. Tale elenco è destinato probabilmente ad arricchirsi ulteriormente, includendo le nuove categorie che via via si verranno a formare, quali, ad esempio, i bambini piccoli o degenti in ospedale, ecc.

 

 

Ad Oggi i soli Professionisti che si occupano di AFA-EFA sono Chinesiologi